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Non c’è strada senza viaggiatori – #RadioConcreta

Di Demostenes Uscamayta Ayvar

Il primo senso che attiviamo dopo il tatto è l’udito, la prima cosa che sentiamo è il nostro battito e quello della mamma, il ritmo, la musica fa già parte di noi.

In questi anni ho cercato di allontanare il più possibile il mio turno da dj, sapendo che avrei dovuto aprire il mio zaino, dove custodisco le colonne sonore delle mie emozioni, pensieri e sogni, ma quando #RadioConcreta mi ha chiamato, ho risposto, eccomi!

#RadioConcreta è nata per gioco, un giorno, non potendo portare il quinto caffè a un’amica e collega non mi è restato che inviarle un caffè emotivo. Musica.

La musica per me è come il cibo, ho un grande rispetto, assaggio tutto e alcuni piatti mi emozionano più degli altri, di sicuro ogni momento del mio viaggio è colorato di musica, non ricordo le ninna nanne, ma ricordo bene le feste a casa mia, fra chitarre, charangos e chicha (bibita di fermentazione non distillata di orzo o mais, tipica delle Ande) tutti ballavamo, tutti facevamo un discorso.

Non so suonare nessun strumento, sono stonato, ballando mi arrangio, ma sentendo la musica mi sento un pentagramma. Negli ultimi mesi al lavoro non potevo ascoltare la musica – se posso evito le cuffie – ho imparato a sentirla nella mente, sceglievo i pezzi che volevo, potevo modificarli, far ripetere i ritornelli 7, 8 volte, una dimensione diversa, ma sempre musica.

Sentendo la musica mi sento libero, riesco a vedermi in viaggio e in ogni fermata vedo gli amici, parenti e i luoghi parlanti. In questa settimana le fermate sono emerse da sole: coerenza, lavoro, amicizia, viaggio, impegno, leggerezza, poesia e tempo libero. Spero di essere stato in grado di condividere con voi alcuni chilometri del mio viaggio.

Non c’è strada senza viaggiatori

Non c’è musica senza interprete

Non c’è lettura senza lettore

Non c’è #RadioConcreta senza ascoltatori.

 

Demo
 

 
 

Domenica 06 Maggio

Cari ascoltatori di Radio Concreta mi congedo con una ninna nanna, un omaggio ad Antonio Breschi e a tutte le persone che mi hanno aiutato a conoscere la bellezza di questa terra etrusca.

#Etruscanlullaby #AntonioBreschi #DavideViterbo #Toscana #TerraEtrusca
#RadioConcreta #Segniconcreti

 
 

 
 
 

Buongiorno #RadioConcreta oggi domenica proviamo a parlare di tempo libero.
Festivo non è sinonimo di tempo libero, estate non vuol dire felicità.
Durante la settimana le domande spesso sono, cosa facciamo nel fine settimana? E a inizio primavera, cosa facciamo d’estate? Capisco e non capisco queste domande, capisco la volontà di organizzare e concretizzare i desideri, viaggi, musei, letture, feste, riposo, visite agli amici e parenti, ma non capisco il peso specifico che si dà a questi intervalli di vita. La vita credo sia come un brano musicale, con note alte, basse e pause, impossibile scegliere solo una parte. Ho sempre pensato che OGNI GIORNO è IL GIORNO, per lavorare, nel senso di fare, per divertirsi, impegnarsi, per stare con gli altri, riposare, studiare, discutere, donare, ricevere, confrontarsi, conoscersi. Credo che lo stare bene sia un esercizio quotidiano, cosi come fa il musicista, il cuoco, l’equilibrista. Non si può delegare al sabato, alla domenica, ai festivi, alle ferie, il compito di redimerci, il tempo è tutti i giorni, il frutto del tempo dipende da come coltiviamo e curiamo il nostro tempo.
A volte si arriva alla pensione o a essere disoccupato per chiedersi: e ora cosa faccio, come vivo?
A volte solo la malattia o la morte ci fa pensare alla vita.

Non si può vivere solo nelle pause fra il produrre e non produrre. Eppure ci hanno fatto credere che il tempo libero sia una conquista, un baluardo del benessere, invece credo sia una fregatura, una vittoria dell’attuale sistema, tant’è che esiste e gode di buona salute l’industria del tempo libero e delle pause. Non so cosa ne penserebbe al riguardo Seneca, lui che consigliava l’uso consapevole dell’otium.

Oggi vi propongo un brano di John Cage, il brano si chiama 4’33”.
Un modo per riflettere, capire, ascoltare e sentire tutto quello che succede in quel momento, credo che nella musica, cosi come nella vita le pause contino tanto quanto le note.

#JohnCage #433
#RadioConcreta #SegniConcreti
#BuonPomeriggio #BuenasTardes #GoodAfternoon
 
 

 
 
 

Sabato 05 Maggio

Buongiorno amici di #RadioConcreta oggi pensavo di proporre Poesia.

Credo che la Poesia sia una forma di sentire e vedere il mondo.

Vi presento il poeta Miles Davis.
#MilesDavis #SoWhat
#RadioConcreta #Buongiorno #BuenosDias #GoodMorning #SegniConcreti #djD

 
 

 
 
 

Venerdì 04 Maggio

Buonasera #RadioConcreta oggi venerdì è tempo di aperitivo di brindisi e balli…
La felicità credo sia il modo in cui il nostro cuore balla.

Mi ero appena imbucato a una festa insieme ad altri 3 amici, eravamo bagnati, con gli occhi che ci lacrimavano ancora e i vestiti che odoravano, effetto degli idranti e bombe lacrimogene della polizia. Non c’era luce in tutta Lima, la festa andava avanti con il generatore, il padre della ragazza che festeggiava i 15 anni (festa che segna il passaggio da ragazza a donna) e gli altri invitati se n’erano accorti di tutto, senza dire una parola, lui ci invito a brindare, poi ci disse che era meglio cambiarsi, e mentre ci cambiavamo con i suoi vestiti ci disse che anche lui la mattina era andato a protestare e che un suo collega era stato ferito al volto da un proiettile di gomma.

La festa di Julia detta la “Charapa” (originaria della Selva) durò tutta la notte, non abbiamo smesso di ballare ne di bere, le ragazze ballavano benissimo la Cumbia come tutte le ragazze della “Selva” (regione amazzonica) la competizione per conquistare le ragazze era ardua. Sembrava che tutti volessimo fermare quella notte per tutta la vita, poi il padre della ragazza fece il discorso principale, disse che era un medico e ci consigliava di curare l’anima e il corpo, poi aggiunse che l’impegno era importante cosi come la leggerezza. Da quel venerdì ho sempre cercato di celebrare l’impegno e la leggerezza.

Il giorno dopo (sabato 3 giugno 1989) vicino alla casa di Julia era scoppiata un’auto bomba, uccidendo 27 soldati, guardie del Palazzo presidenziale del Presidente Alan Garcia (1985-90) lo stesso presidente che ebbe a che fare nella spartizione di tangenti con Bettino Craxi, mentre in Perù l’inflazione era arrivata a 1722%.

La canzone “Viento” che ascoltate ora, è del “Grupo Celeste” uno dei primi gruppi a lanciare la cumbia peruviana nel 1974. (Cumbia. Ballo colombiano di origine africana).

Per chi vuole ascoltare un mix pronto da ballare:
Mix 1 > https://youtu.be/Ow_OjkSLZDI
Mix 2 > https://youtu.be/L3583hgirqg
#Viento #GrupoCeleste
#RadioConcreta #Peru #Viernes #venerdi #aperitivo #Fiesta #segniConcreti
 
 

 
 
 

Giovedì 03 Maggio

Buongiorno #RadioConcreta oggi tocca il viaggio.

Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, diceva Ryszard Kapuscinski nel suo libro In viaggio con Erodoto.

Ho avuto la fortuna di viaggiare molto da quando sono partito dal mio Perù 26 anni fa, ho sempre preferito conoscere le persone prima ancora dei luoghi. Un sogno che coltivavo da quando ero bambino, era poter conoscere lo Yemen, la Eudaimon Arabia come la chiamavano i greci o Arabia Felix i romani.
Eravamo vicino a Mārib, Achmed ci avvisa che siamo nella terra originaria della famiglia Bin Laden, arrivati rimaniamo estasiati dalla quantità di gente festante e dalla bellezza della città, ero incantato sembrava che avessi masticato il “qat” la sensazione era di stare in un vortice di colori, odori, canti, preghiere e musica, mentre cerco di orientarmi sento un ritmo, una calamita che tira, un gruppo di 10 persone che ballano in cerchio con la Jambiya in mano (pugnale, accessorio d’abbigliamento maschile), non resisto, Achmed mi urla e mi dice di no, Lorena tenta di fermarmi spaventata, ma io sono già dentro imitando i passi di questi “danzatori guerrieri” e al posto della Jambiya ballo con la macchina fotografica, per un attimo si sono fermati guardandomi con severità, ma io ho continuato a ballare, ho chiuso gli occhi per dire che ero indifeso e che restavo, la paura era svanita, volavo, ero con loro, dopo qualche giro mi hanno fermato e mi hanno dato una Jambiya, finito il ballo ci siamo salutati con sguardi e abbracci loquaci. Al ritorno, Achmed ha aspettato un rettilineo per brontolarmi, mi disse che mie ero inserito in una sfida di due famiglie, chi vinceva organizzava la festa del paese, non saprò mai se ho aiutato a far vincere o far perdere, quello che so è che quando penso allo Yemen mi ritrovo sempre li ballando o fischiettando per le strade di Sana’a.

Il pezzo che condivido assomiglia molto all’atmosfera sentita, anche se sono solo due a sfidarsi…

Da sapere.
Yemen è un popolo bellissimo ora distrutto da una guerra civile fra la coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita che sostiene il presidente destituito, Rabbo Mansour Hadi e gli Houthi sostenuti dall’Iran. Un mese fa è entrato nel quarto anno di conflitto, sta affrontando una delle più grandi crisi umanitarie al mondo: almeno 22,2 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria (80% della popolazione) ed è stato registrato oltre un milione di casi di colera. Usa, Regno Unito e altri paesi tra cui Francia, Spagna e Italia continuano a fornire armi facendosi beffe del Trattato globale sul commercio delle armi (e per quanto riguarda l’Italia, della Costituzione e della legge 180 sulle esportazioni di armi).
Quello che accade altrove ci riguarda cosi come quello che accade localmente. Cerchiamo di informarci, controlliamo le fonti, parliamone con amici e parenti, può sembrare poco, ma è un inizio. Consapevole. Non dovremo delegare il nostro diritto di sapere ne i nostri valori.

#RadioConcreta #Buongiorno #BuenosDias #GoodMorning #SegniConcreti #Yemen #StopWarYemen #djD
 
 

 
 
 
Segni Concreti E questi sono i bambini che suonano
https://youtu.be/uzJHX_lAIlw

 
 

Mercoledì 02 Maggio

Buongiorno #RadioConcreta oggi proviamo a parlare di amicizia.
Francesco Bacone, diceva che l’amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce.

Qualche anno fa ero all’ospedale Umberto I di Roma, ero rinato, dovevo ricominciare tutto daccapo, respirare, muovermi, leggere, etc. mentre la mia nuova lavagna era ancora vuota, un’amica un giorno mi porto una cassetta quelle che si registravano dalla radio e quando si inceppavano bastava una penna e a volte lo scotch. In un lato c’era Bob Marley e nell’altro Sinead O’Connor, ecco quella cassetta era diventata la colonna sonora del mio nuovo capitolo. Se penso all’amicizia, alla musica penso al salvagente che Valentina mi aveva fatto dono. Quando uscii dall’ospedale, pioveva forte, ma io sentivo e vedevo gocce danzare a ritmo di reaggae con esse i miei piedi e il mio futuro.
Con gratitudine condivido con voi un brano di quel salvagente.

Voi ne avete un brano che associate all’amicizia? Quale?

 

 

Chi sceglierebbe di vivere una vita senza amici? chiedeva Aristotele 2300 anni fa.
Credo che l’amicizia sia un giardino coltivato e curato con: amore, rispetto, spontaneità, disinteresse e sobrietà, come la poesia e atmosfera di questa canzone. Ringrazio chi mi ha fatto conoscere questa nuvola.
#OvunqueProteggi #VinicioCapossela #amicizia
#RadioConcreta #SegniConcreti
 
 

 
 
 

Martedì 01  Maggio

Buon primo maggio

A chi lavora, a chi si sta inventando un lavoro, a chi il lavoro l’ha perso, a chi lo sta cercando, a chi ha detto NO! perché non rispettato, sottopagato, ricattato.

Invece a TE che usi il tuo potere per sfruttare, per scegliere i tuoi DIPENDENTI, ti auguro che un giorno ritrovi l’ethos e che il lavoro ti dignifichi.

Pierangelo Bertoli è sempre stato l’amico fidato con cui condividere del tempo. Ho preferito questa versione live, perché, possiamo vedere i suoi occhi, sentire i suoi silenzi e la sua poesia.

#1maggio #AMusoDuro #PierangeloBertoli
#RadioConcreta #Buongiorno #BuenosDias #GoodMorning #SegniConcreti #djD
 
 

 
 
 

Lunedì 30 Aprile

…Non era il mio turno, ma se Radio Concreta chiama, la riposta è: Presente! eccomi!

Respiriamo e parliamo con la nostra storia. In questi 7 giorni cercherò di condividere la musica e le emozioni che porto nel mio zaino.

Questa canzone è un omaggio agli uomini coraggiosi che sono morti lottando per una istruzione dignitosa e giusta per il proprio popolo.

Penso di aver sentito per la prima volta quando avevo 5-6 anni durante una marcia di protesta degli insegnanti durante il Governo Militare di Morales Bermudez (1975-80) lo stesso che stato condannato all’ergastolo dalla III corte penale di Roma per il “Plan Condor”.
Abbiamo camminato per quasi 120 chilometri, noi bambini urlavamo, scappavamo, cantavamo e ballavamo con i nostri genitori. Alla fine, mio padre, dirigente sindacale, è stato arrestato, portato in un carcere speciale, mentre i Sinchis (corpo speciale della polizia) lo portavano con le mani legate, e ci allontanavano fra le lacrime di mia madre e sorella, ho visto attraverso una foresta di stivali militari, mio padre tornare sgomitando e urlando per poi prendere un respiro e dirmi con calma Zen “caro figlio ricordati che cercare di essere giusti, onesti e coerenti sono valori imperdonabili, ma so che indicano il Nord”. Era stato abbandonato da colleghi e amici.

Questa è la storia della canzone “Flor de Retama” (Fiore di Ginestra).

21 e 22 giugno 1969 studenti e genitori di Huanta mobilitati nel respingere una decisione del Ministero della Pubblica Istruzione del governo militare, allora guidato da Juan Velasco Alvarado (1968-1975).

Voleva imporre delle tasse agli studenti che avessero voti sotto la sufficienza. La popolazione è uscita in difesa della gratuità dell’educazione e la repressione della polizia ha lasciato circa 20 morti.

Negli anni ’80 in Perù questa canzone divenne un inno di protesta, erano gli anni di Sendero Luminoso e MRTA (Movimiento Revolucionario Tupac Amaru).

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No era mi turno, pero si Radio Concreta llama, respondo Presente! aquí estoy!

Respiramos y hablamos con nuestra historia. En estos 7 días intentaré compartir la música y las emociones que llevo en mi mochila.

Esta canción es un tributo a los valientes hombres que murieron luchando por una educación digna y justa para su gente, para su pueblo.

Creo que escuché por primera vez cuando tenía 5-6 años durante una marcha de protesta de maestros durante el gobierno militar de Morales Bermúdez (1975-80) el mismo que fue sentenciado a cadena perpetua por el III tribunal penal de Roma por el ” Plan Cóndor “.
Caminamos durante casi 120 kilómetros, los niños gritamos, escapamos, cantamos y bailamos con nuestros padres. Al final, mi padre, un líder sindical, fue detenido, llevado a una prisión especial, mientras los Sinchis (cuerpo especial de la policía) lo llevaban con las manos atadas, y nos alejaban de el entre lágrimas de mi madre y mi hermana, vi a través de un bosque de botas militares, mi padre volver, entre codos y gritos, y tomando un respiro me dijo con una calma Zen “querido hijo recuerda que intentar ser justos, honestos y coherentes son valores imperdonables, pero eso si indican el Norte”. Había sido abandonado por colegas y amigos.

Esta es la historia de la canción “flor de retama”.

Los días 21 y 22 de junio de 1969 los estudiantes y padres de Huanta se movilizaron al rechazar el cargo que el Ministerio de Educación del gobierno militar, dirigía entonces Juan Velasco Alvarado (1968-1975).

Quería imponer impuestos a los estudiantes que tenían votos bajo la suficiencia. La población salió en defensa de la gratuidad de la educación y la represión policial dejó unos 20 muertos.

En los años 80 en Perú esta canción se convirtió en un himno de protesta, fueron los años de Sendero Luminoso y MRTA (Movimiento Revolucionario Tupac Amaru).

#FlorDeRetama #MartinaPortocarrero #Peru #VivaElProfesor #Adelante
#RadioConcreta #Buongiorno #BuenosDias #GoodMorning #SegniConcreti #djD
 
 

 
 
 

DEMOSTENES USCAMAYTA AYVAR – #RadioConcreta – www.segniconcreti.org

 
 

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