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Collettivo 194 – #RadioConcreta

 Di Collettivo 149

Se proprio vuoi abortire, un po’ devi soffrire – Oltre la retorica del senso di colpa

 

“Fino a quando la società rifiuterà a una donna l’autorizzazione ad abortire quando sceglie di farlo, la paura delle auto-colpevolizzazioni post-aborto sarà certa ed effettiva come la legge che glielo proibisce.

Il problema, allora, è come aiutare le donne ad affrontare la realtà delle emozioni post-aborto mentre si scrollano di dosso i sensi di colpa imposti da qualcun altro […]

Forse condividere la mia esperienza personale potrebbe in qualche modo mostrare alle mie sorelle che la colpa e le sue emozioni connesse non devono necessariamente seguire un aborto”. A scriverlo è Carol Driscoll, una delle numerose autrici del manuale di salute della donna Our Bodies, Ourselves, risposta all’oscurantismo sul tema.

Era il 1970, tre anni prima che l’interruzione volontaria di gravidanza venisse legalizzata negli Stati Uniti.

La testimonianza di Carol è dolorosa e difficile da leggere, perché si tratta della storia di un aborto clandestino, eseguito sul tavolo della cucina di casa sua da un’infermiera. Carol non ha sensi di colpa, ma ricorda quella esperienza in modo negativo per la paura e il dolore che ha provato.

È anche convinta che se l’aborto fosse stato legale e sicuro, l’avrebbe vissuto come una liberazione.

In Italia, grazie alla L.194/78 ogni donna ha diritto ad interrompere volontariamente una gravidanza senza rischi, tolto l’alto numero di obiettori che non rendono questo diritto ancora pienamente fruibile. Tuttavia, però, questo diritto per essere accettato dalla società circostante, deve necessariamente associarsi ad una narrazione dolorosa dell’evento, una narrazione traumatica e a senso unico che implichi una sofferenza, un trauma, un dolore insuperabile, un lutto, un rimorso o una colpa.

Una narrazione cupa che non accetta che una donna autoderminata possa dire con serenità: “Ho abortito e sto bene, perché era la scelta migliore per me”. Nessuno ci offre uno spazio per una narrazione che possa vedere l’aborto come un’esperienza che implichi emozioni e conseguenze diverse per ogni donna: per qualcuna sarà senz’ altro quella del dolore ( legittimo, rispettato e comprensibile) ma per qualcun’altra sarà quella della liberazione, del sollievo e della propria autonomia.

Questa narrazione, che va oltre il senso di colpa, risulta ancora oggi un taboo quasi a voler punire, per forza, una pratica che desta ancora scalpore. E’ un po’ come se la retorica abortista si cristallizzasse nello slogan: “Se proprio vuoi abortire, un po’ devi soffrire”.

Dolore come espiazione di una colpa commessa. Dolore necessario e universale che non lascia spazio all’autonomia decisionale ma solo ad uno sguardo pietistico destinato a chi non può fare altrimenti. Una donna dovrebbe essere libera di vivere l’interruzione di gravidanza come un’esperienza dolorosa, così come un’esperienza consapevole, legittima e ponderata, ma nessuno dovrebbe sentirsi autorizzato ad imporre una narrazione culturalmente accettata al fine di impedire ad altre donne di compiere una scelta che resta legittima, legale e sicura!

Gloria Gilardoni 

Collettivo 194 – Segni Concreti

 

 

Domenica 07 Aprile

#RedemptionSong e #AngeliqueKidjo perché la rivoluzione transfemminista parte proprio dal Sud del Mondo e non può che essere antirazzista, anticapitalista ed ecologista, l’unica in grado di liberarci dalle nostre schiavitù. L’ultimo brano della settimana #NiUnaMenos del nostro #Collettivo194 lo dedichiamo a #MarielleFranco, uno dei volti più belli e una delle voci più limpide della rivoluzione che vogliamo. Grazie e rimanete all’ascolto di #RadioConcreta!
#Buongiorno #BuenosDias #GoodMorning #SegniConcreti

Sabato 06 Aprile

Gabriella Ferri nasce come cantante romana.
Con la figlia del regista De Santis, un giorno in un mercatino romano trovano un discaccio buttato, lo comprano, lo sentono… e in quel disco c’e la canzone:
la società dei Magnaccioni, cantata da un ragazzino che non si sa chi è…questa canzone poi porta a Gabriella Ferri tanto successo.
Ci racconta, Giancarlo Governi, che a Milano questa canzone ha successo e lei riesce ad entrare nei salotti milanesi.
La Ferri in quel momento è felice, serena, ma poi accade qualcosa ed iniziano i guai.
Ci lascia nel 2004…una morte misteriosa la sua… ed oggi in eredità ci troviamo queste canzoni, questa voce con la sua unica maniera di smuoverci dentro.
Vi proponiamo “Malafemmena”, molti hanno interpretato questa canzone, ma nessuno è riuscito come lei.
#colletivo194
#RadioConcreta

 

 

Venerdì 05 Aprile

“Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza”

Rita Levi Montalcini

“Siate indipendenti”, ha sempre ripetuto mia madre a me e a mia sorella, e c’è un solo modo di esserlo, esprimere la propria intelligenza in un modo che ti permette di farlo. O rivendicare il diritto di poterlo fare.

#RadioConcreta #Gruppo194 #RitaLeviMontalcini #Scienza #Indipendenza #Intelligenza #Goodevening #BuonaSera #BuenasTardes #SegniConcreti

 
«Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé. Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile. Io l’ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori.»

Franca Viola

Nel 1966 Franca Viola si oppone al matrimonio riparatore e rompe secoli di oscurantismo, avviando in Italia la discussione che portò all’abolizione dell’attenuante d’onore, prevista dal codice penale, e della prassi del matrimonio riparatore con cui venivano “perdonati” gli strupri (1981).

Giovedì 04 Aprile

Siamo tutti figli delle stelle.
Grazie a Margherita Hack!
#MargheritaHack #RadioConcreta #Legge194

 

 

 

Grazie Francesco Guccini!
“E’ una cosa che non serve a una canzone di successo, non vale due colonne su un giornale,
se tu te la sei voluta cosa vuoi mai farci adesso
e i politici han ben altro a cui pensare”

Dj Collettivo 194
#RadioConcreta #FrancescoGuccini #Legge194

Mercoledì 03 Aprile

 

Buongiorno dagli anni 80! Stamani vi proponiamo la colonna sonora di questo cult non solo per accompagnare musicalmente la vostra giornata, ma per proporvi anche una riflessione. Dirty Dancing non parlava solo di balli proibiti, ma anche di aborto clandestino. Ambientato nel 1963 negli USA, le donne che decidevano di abortire (per personalissime ragioni), lo facevano clandestinamente e rischiando la propria vita. Questo succedeva anche in Italia fino al 1978. “Allora in Italia era una vera e propria piaga sociale: le interruzioni di gravidanza praticate nell’ombra venivano stimate in oltre 250.000 all’anno. Per di più l’aborto era considerato reato. Con la conseguenza che il ricorso alle strutture sanitarie era assolutamente evitato dalle donne. Anche da quelle di loro che incorrevano in complicanze post operatorie, tra l’altro non rare poiché gli interventi avvenivano in condizioni ambientali inidonee e igienicamente precarie.
Moltissime morti dipendevano da infezioni non debitamente curate e degenerate in setticemia. Tristemente noti i c.d. “cucchiai d‘oro” ovvero quei medici che praticavano gli aborti, in dispregio dei divieti di legge, in cliniche private ed a carissimo prezzo. Facendo anche della salute della donna un lusso per pochi.”. Vogliamo tornare a questo? La 194 è ancora in pericolo e ancora dobbiamo difenderla.

#FuoriLaMoraleDallaSanità #TutelaDellaSalute #Legge194 #GrazieFemministe #DirtyDancing #TimeOfMyLife #BillMedley #JenniferWarnes #PatrickSwayzeForever #RadioConcreta #Buongiorno #BuenosDias #GoodMorning #SegniConcreti

 

Martedì 02 Aprile

Questa struggente canzone di Cindy Lauper è stata ispirata dalla storia vera di un’amica d’infanzia, che nella sua adolescenza, dopo essere rimasta incinta si è sottoposta ad un aborto casalingo ed è morta.

“On the dresser sits a frame
With a photograph
Two little girls in ponytails
Some twenty one years back
She left one night with just a nod
Was lost from some back alley job
I close my eyes and Sally’s pigeons fly
She never saw those birds again
And me, I can’t remember when
A pirate smile hasn’t made me cry
I close my eyes
And Sally’s pigeons fly…”

Un sorriso e un pensiero d’amore a tutte le Sally che hanno perso la vita per un diritto negato. Scusateci se non abbiamo lottato prima anche per voi!

#SegniConcreti #pienaapplicazione194 #l194 #stopillegalabortion #fightforourrights #abortionisnotacrime

 

 

 

 

Lunedì 01 Aprile

A noi di #SegniConcreti non piace molto la parola “contromanifestazione”. Siamo state a Verona, parte della marea transfemminista che ha attraversato la città in corteo, in assemblea e in una serie di eventi collegati. Non si manifestava “contro” i diritti di nessuna persona o categoria, anzi! C’erano tantissime persone, diverse per genere, età, provenienza, esperienze di vita, che insieme chiedevano l’estensione dei diritti alle persone che oggi ne sono escluse. Questa settimana di #RadioConcreta è dedicata a tutte, tutti e tuttu coloro che in ogni parte del mondo lottano per la difesa dei diritti, anche quelli acquisiti ma ancora minacciati. Apriamo con #AniDiFranco, la sua chitarra e una delle sue coraggiose canzoni in difesa della libertà di scelta, #Amendment. Buon ascolto e buona settimana!

 

 

 

 

 

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