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Di Francesca Bassani   uesta settimana di “selezioni musicali” è stata molto interessante e divertente per me. La mia vita, come se fosse un film, ha una sorta di colonna sonora. Ogni momento, ogni ricordo è legato ad un brano, ad un album o ad un genere musicale. Ho iniziato ad ascoltare musica da piccola, ricordo che nel 1986 (avevo 8 anni), trascinai letteralmente mia mamma alla Casa del Disco di Piazza Guido Monaco (stiamo parlando di Arezzo) per comprare True Blue di Madonna. Ebbene sì, ho iniziato con lei, poi ho proseguito con gli U2, i New Kids on The Block (forse la prima “boy band” del mondo… forse) e piano piano ho iniziato a “div

Di Elena Scortecci   Oggi #InConcreto incontra Maria Cerbasi 1. Dove sei nata? Sono nata a Torre del Greco, in provincia di Napoli, ma vivo ad Arezzo da vent’anni. 2. Cosa fai attualmente? Lavoro in una scuola di teatro ed impiego il mio tempo libero coltivando i miei interessi: l’amicizia, l’impegno sociale, la lettura, l’arte, la natura e gli animali, viaggiare, la fotografia. 3. Come hai conosciuto Segni Concreti? Ho conosciuto Segni Concreti grazie ad un amico, e fin da subito mi sono sentita accettata dal gruppo. In questo anno di attività con l’associazione sento di essere cresciuta e di avere ancora tanto da imparare! 4. Cos’è per te SC? “Il totale è maggiore della somma delle su

Di Sonia Garcia La musica è la forma d’arte per cui ho sempre nutrito maggior interesse, in ogni sua forma e manifestazione, e a cui di fatto ho dedicato sempre più tempo del dovuto. Per quanto banale può sembrare, il motivo che mi ha spinto a occuparmene lavorativamente da tre anni a questa parte, è essenzialmente questo, e avere la possibilità di approfondire scene, generi e realtà musicali tramite la scrittura mi ha insegnato a rapportarmi innanzitutto con il suo potenziale politico. Non mi piacciono i discorsi seriosi di questo tipo, in genere, ma per l’occasione mi pare doveroso metterlo in chiaro: in musica apprezzo quella particolare ricerca e la sperimentazione sonora in grado di tra

Di Silvia Testi   ontinua l’amicizia con segni concreti. Continua in un giorno importantissimo, quello per ricordare l’atrocità della violenza contro le donne e per ricordarci di combatterla. Con tutti i mezzi possibili. C’è un’espressione coniata ormai tanti anni fa e probabilmente anche abusata che però credo renda sempre bene l’idea del problema. Il tetto di vetro, il soffitto di cristallo, dall’inglese glass ceiling. E’ quel tetto che impedisce alle donne la costruzione di uno spazio di libertà dove realizzare in pieno le proprie aspirazioni e il proprio percorso di vita. Qualunque esso sia. La barriera è di vetro, non si vede, anzi si vede il cielo e apparentemente è tutto a posto. Inve